Negli ultimi venti anni ho lavorato con adolescenti e famiglie per diversi istituti scolastici e centri di formazione professionale. Ne ho conosciuti migliaia e posso dire di avere un talento particolare nel relazionarmi con loro.
L’adolescenza è una fase della vita in cui la parola “cambiamento” è centrale: cambia il corpo, l’emotività è fortemente sollecitata e si ridisegnano le costellazioni affettive.
Ed è anche una fase delicata, durante la quale può capitare che i genitori stessi vadano in difficoltà, in quanto questo cambiamento nei figli impone anche a loro di adeguarsi e di trovare nuove modalità di relazione.
E sono spesso i genitori coloro che chiedono per primi la consulenza, sia perché preoccupati per i propri figli, sia perché in difficoltà nei rapporti con loro, e anche perché l’esercizio della potestà genitoriale, in caso di minorenni, lo impone.
problemi di identità, che comprendono domande del tipo chi sono, come mi vedo e come mi vedono gli altri, cosa voglio, in che direzione vado, che rapporto ho con il mondo; vissuti emotivi intensi, per esempio, fatica a stare con gli altri, timidezza eccessiva, senso di inadeguatezza, paura di esporsi, attacchi di panico, senso di isolamento, rabbia frequente; problemi con i familiari, tra i quali litigiosità, difficoltà relazionali tra genitori separati, rabbia inespressa, genitori richiedenti o assenti, malattia di un congiunto, problemi di comunicazione; dubbi sulla propria identità sessuale o sulla sessualità, con confusione, paura e disinformazione rispetto a come affrontare concretamente la sessualità; a volte domande e timori sulla scelta sessuale, difficoltà scolastiche, per esempio difficoltà di concentrazione, problemi di rapporto con i compagni di scuola o i docenti, confusione rispetto alla scelta scolastica, dubbi sulle proprie capacità; disagio rispetto al proprio corpo, controllo del peso ossessivo, comportamento alimentare disturbato, non piacersi; pensieri e comportamenti autodistruttivi, per esempio mi taglio, ho pensieri di morte, guida spericolata del motorino, abuso di sostanze psicotrope; pensieri ossessivi ripetuti, sensazione di non poter fare a meno di pensare a qualcosa, gesti ripetuti come lavarsi le mani o controllare la chiusura delle porte, insonnia con pensiero attivo e costante; problemi di integrazione, frequente nei figli di immigrati, che si manifestano con isolamento, difficoltà di comunicazione, pensieri negativi sugli altri o su sé, nostalgia del proprio paese e delle persone che si sono lasciate, dolore per la separazione dai genitori.